“Google First Index” La nuova modalità di indicizzazione dei siti web

“Google first index” traccia una nuova modalità di indicizzazione dei siti web

Per scansionare i contenuti dei siti Google utilizza dei crawler  o i robot di Google che  eseguono la scansione di un sito Web periodicamente per poi indicizzare le pagine all’interno del motore di ricerca.

In passato era prassi utilizzare URL differenti in base ai dispositivi, anche se da tempo Google aveva sconsigliato tale modalità perché può generare problemi e confusione sia agli utenti che ai motori di ricerca  e consiglia  di utilizzare un unico URL per i siti Web desktop e mobili.

Oggi la rete è diventata mobile-friendly perché la navigazione da smartphone è quella più diffusa nel mondo. Gli addetti ai lavori hanno da tempo constatato questo cambiamento leggendo le statistiche dei siti dei loro clienti e si sono attivati – cliente permettendo – riprogettando i siti per essere scansionabili e indicizzabili per user-agents mobile.

La novità per il Google mobile first index

Dal primo luglio 2019 il Google mobile first index è diventato di default per indicizzare i nuovi siti sconosciuti a Google Search. Questo significa che i siti indicizzati per la prima volta verranno scansionati nella versione mobile!

In realtà la scansione del web da parte di Google utilizzando uno “smartphone Googlebot” è stata lanciata a marzo 2018 in versione sperimentale, continuando cioè a tenere attivo il sistema classico di crawling da parte del bot di Google


Come capire se un sito è pronto per la scansione mobile?

Per sapere se un sito è stato scansionato con Googlebot tradizionale o Googlebot smartphone si può usare uno dei webmaster tools della Search Console, lo Strumento di verifica degli URL che consente di esaminare un singolo URL del sito e scoprire come è stato sottoposto a scansione e indicizzazione.

Il metodo con cui Google valuta la readiness di un sito (prontezza), prende in considerazione la parità dei contenuti (testo, immagini, video e link inclusi), dati strutturati e altri meta-dati (ad esempio, titoli e descrizioni o meta tag robots). Si tratta di fattori tecnici, dunque, che prescindono da altri elementi come le proporzioni di traffico da desktop e mobile.

Per chi ancora ha siti con URL separate

In questo caso i consigli che Google dispensa in chiave di ottimizzazione per l’indicizzazione mobile first si concentrano in particolare in 3 best practices  da rispettare per evitare errori nel crawling (lettura):

  • Avere stessi contenuti per sito mobile e sito desktop (comprese risorse come video e immagini con relativi attributi ALT).
  • Presentare dati strutturati per entrambe le versioni del sito
  • Avere metadati (titoli e metadescription) uguali in entrambe le versioni del sito

A questi consigli di massima si aggiungono poi altre indicazioni più specifiche quali verificare entrambe le versioni del sito nella Google Search Console e testare i link hreflang negli URL separati.

L’indicizzazione di Google

Google ha dichiarato che l’indicizzazione con priorità ai contenuti per dispositivi mobili serve solo a consentire a Googlebot di eseguire la scansione e indicizzare prima di tutto le pagine con lo smartphone agent, smentendo che il mobile first index possa essere un fattore di ranking e sottolineando che si tratta solo del modo in cui Google scansiona e indicizza i contenuti.

Sarà vero? Per mettersi al riparo da penalizzazioni per le aziende che hanno vecchia maniera meglio adeguarsi facendo realizzare un bel e sicuro sito responsive.

 

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